26 MARZO 2020 anno A
DESERTO: luogo di LUCE
Dal vangelo secondo Giovanni Gv. 9,1-41
In quel tempo, Gesù 1passando, vide un uomo cieco dalla nascita 2e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». 3Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. 4Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. 5Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo». 6Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco 7e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe» – che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.
8Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». 9Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». 10Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?». 11Egli rispose: «L’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: “Va’ a Sìloe e làvati!”. Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista». 12Gli dissero: «Dov’è costui?». Rispose: «Non lo so».
13Condussero dai farisei quello che era stato cieco: 14era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. 15Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». 16Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. 17Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!».
18Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. 19E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?». 20I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; 21ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l’età, parlerà lui di sé». 22Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. 23Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l’età: chiedetelo a lui!».
24Allora chiamarono di nuovo l’uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da’ gloria a Dio! Noi sappiamo che quest’uomo è un peccatore». 25Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». 26Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». 27Rispose loro: «Ve l’ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». 28Lo insultarono e dissero: «Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! 29Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». 30Rispose loro quell’uomo: «Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. 31Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. 32Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. 33Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». 34Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori.
35Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». 36Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». 37Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». 38Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui.
39Gesù allora disse: «È per un giudizio che io sono venuto in questo mondo, perché coloro che non vedono, vedano e quelli che vedono, diventino ciechi». 40Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo ciechi anche noi?». 41Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: “Noi vediamo”, il vostro peccato rimane».
Spunti per la riflessione
Il lungo Vangelo della liturgia odierna si apre con un cieco dalla nascita che comincia a vedere e si chiude con dei “presenti” vedenti che rimangono ciechi nell’anima. In questo brano domina il tema della luce: Gesù è, per l’uomo, la luce che rischiara la sua esistenza e la riempie di significato. È colui che dona la luce della fede. Il cieco rappresenta l’uomo che non crede, ma Gesù lo guarisce fisicamente e anche spiritualmente. Alla luce piena della fede il “cieco nato” arriva attraverso un percorso a tappe, che parte dalla conoscenza del nome di Gesù che lo ha guarito; in un secondo momento lo riconosce come un profeta, quindi inviato da Dio, infine Gesù gli si rivela come il figlio dell’Uomo. Allora il cieco professa la sua fede piena: “Credo, Signore”. La nostra vita è simile a quella del cieco che si è aperto alla luce, che si è aperto a Dio, che si è aperto alla sua grazia. A volte purtroppo la nostra vita è un po’ come quella dei dottori della legge che non vogliono vedere. Quello che vuole questa pagina evangelica è la mia guarigione. Il peccato più grande non è essere ciechi, ma vedere e far finta di non vedere. Il nostro orgoglio e la nostra cecità ci impediscono di aprirci alla luce di Cristo per portare frutto nella nostra vita, per eliminare il nostro ego-ismo e per essere più attenti a vedere le necessità dei nostri fratelli. Apriamoci alla luce del Signore, Lui ci aspetta sempre per farci vedere meglio, per darci più luce, per perdonarci.
Come è il nostro cuore? Siamo forse ciechi anche noi?
Racconto: IL DONO
Bruno Ferrero – “Ma noi abbiamo le ali - Piccole storie per l’anima” – ELLEDICI
Per la strada camminavano mamma e bambino. Il bambino aveva in mano un dolce. Passarono davanti ad una povera donna che stendeva la mano verso i passanti. Accanto a lei stava accucciato un ragazzino sporco, infagottato in abiti unti e troppo larghi per lui. Il bambino, sempre tenendo la mano della mamma, si fermò e fissò sconcertato il ragazzino. Poi guardò il dolce che aveva in mano e la mamma, quasi per chiedere il permesso. La mamma acconsentì con un leggero movimento della testa. Il bambino tese la manina verso lo zingarello e gli donò il dolce. Poi ripartì trotterellando accanto alla mamma. Un passante, che aveva assistito alla scena, disse alla mamma: «Adesso gli comprerà un altro dolce, magari più grosso?». La mamma rispose semplicemente: «No». «No? Perché?». «Perché chi dona, rinuncia».
Essere generosi è rischiare, è dare ciò che ci è più caro. È un atto che ci trasforma. Sotto certi aspetti dopo saremo più poveri, ma sotto altri aspetti saremo molto più ricchi. Essere generosi è condividere risorse, emozioni, se stessi. È l'esatto contrario dell'egoismo.
Essere generosi è la gioia di far felice un altro. Tutti vogliono amare ed essere amati, la strada che porta all'amore si chiama generosità
4ª di Quaresima (Laetare) Gv 9,1-41
Alla piscina di Sìloe guarda con il cuore, con e come Gesù vedrai le meraviglie di Dio.
Indizio: alla piscina di Sìloe troviamo la luce, una candela accesa, la sua luce è simbolo della …
Password: Fede
Il cieco nato riacquista la vista, si è fidato di Gesù. Gesù dona una luce nuova ai nostri occhi, è la luce della Fede.
- Mi impegno a vedere tutti e tutto con i tuoi occhi, Gesù.
- Preghiera: Gesù, Mi fido di Te, sei Tu la Luce del mio cuore.