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2 APRILE 2020

DESERTO: luogo di VITA

Dal Vangelo secondo Giovanni  (Gv 11, 3-45)

 

In quel tempo, 1un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. 2Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. 3Le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato».

4All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». 5Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. 6Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. 7Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». 8I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». 9Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; 10ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui».

11Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, si è addormentato; ma io vado a svegliarlo». 12Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». 13Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. 14Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto 15e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». 16Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!».

17Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. 18Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri 19e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. 20Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. 21Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! 22Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». 23Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». 24Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». 25Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; 26chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». 27Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».

28Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». 29Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. 30Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. 31Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro.

32Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». 33Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, 34domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». 35Gesù scoppiò in pianto. 36Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». 37Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».

38Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. 39Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». 40Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». 41Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. 42Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». 43Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». 44Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare».

45Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui. Parola del Signore

 

 

Spunti per la riflessione

 

Il cammino quaresimale si conclude con una testimonianza dell’onnipotenza di Gesù. Dopo il tentato, il trasfigurato, il pozzo di acqua viva, oggi Lui si presenta alla nostra contemplazione come l’“Io sono la Risurrezione e la vita“, “venuto perché abbiamo la vita e l’abbiamo in abbondanza.” Lazzaro era morto già da tre giorni, quando giunse Gesù che dinanzi alla tomba sigillata dell’amico gridò a gran voce: ”Lazzaro, vieni fuori”. Questo grido perentorio è rivolto ad ogni uomo, perché tutti siamo segnati dalla morte. Ma Gesù ci invita, quasi ci ordina di uscire dalla tomba in cui i nostri peccati ci hanno spro-fondato. Ci chiama ad uscire dal buio in cui ci siamo rinchiusi, acconten-tandoci di una vita falsa, egoistica e mediocre. È un invito a lasciarci liberare dalle bende dell’orgoglio che ci fa sentire schiavi di noi stessi, di tanti idoli e di tante cose. La nostra risurrezione comincia da qui, quando decidiamo di obbedire al comando di Gesù uscendo alla luce e alla vita. Gesù mette in fila i tre imperativi di ripartenza: esci, liberati, vai. Quante volte sono morto, quante volte mi sono addormentato, mi sono chiuso in me, era finita la voglia di amare e di vivere... Ma Gesù è sempre pronto a chiamare a una nuova vita.

 

 Siamo consapevoli che in Dio c’è la vera vita? E siamo disposti a lasciare le cose che ci impediscono di vivere veramente?

 

Racconto: IL DONO

Bruno Ferrero – “Ma noi abbiamo le ali - Piccole storie per l’anima” – ELLEDICI

 

Il piccolo e zoppo Leonardo (detto Leo) e Tommaso erano arrivati all'istituto per bambini senza famiglia lo stesso giorno, pochi mesi dopo la nascita. Le volontarie erano molto buone con loro, un po' meno i bambini della scuola pubblica che frequentavano. Erano crudeli spesso con il timido Leo, ma Tommaso sapeva metterli a posto, perché era un bambino robusto e intelligente: il più bravo a scuola e il più svelto in cortile. Era Tommaso che aiutava Leo, gli stava sempre vicino. Lo consolava quando aveva paura, lo aspettava durante le passeggiate, giocava con lui perché non sentisse la malinconia del suo handicap, lo faceva ridere raccontandogli le storie buffe. All'istituto venivano spesso le coppie che facevano conoscenza con i bambini e li portavano fuori a mangiare in vista di una possibile adozione. Nessuno si interessava a Leo, e Tommaso inventava sempre una scusa o si metteva a fare mattane per non uscire. Lo aveva fatto solo due volte, con il dottor Turrini e sua moglie Anna.

Una domenica, il dottor Turrini chiamò Tommaso e lo guardò negli occhi: «Sei un bambino veramente in gamba! Ti piacerebbe venire a vivere con noi? Saresti in affidamento per un po', ma noi ti vorremmo adottare. Come un vero figlio. Che ne dici?».

Tommaso rimase senza parole. Avere una mamma e un papà, come tutti. «Oh, oh s-s-sì, signore!» mormorò. Improvvisamente la gioia svanì dai suoi occhi. Se Tommaso se ne andava, chi si sarebbe preso cura del piccolo e zoppo Leo?

«lo ... vi ringrazio tanto, signore» disse. «Ma non posso venire, signore!». E prima che il dottore scorgesse le sue lacrime, corse via.

Poco dopo, il dottore lo venne a cercare con una delle volontarie. Tommaso stava aiutando Leo a infilarsi la scarpa speciale. Il dottore lanciò uno sguardo penetrante a Tommaso: «È per lui che non hai voluto venire a stare con noi, figliolo?».

«Beh, io ... io sono tutto quello che lui ha» rispose il bambino.

 

Certamente c'è qualcuno per il quale tu sei «tutto quello che ha».

 

 

5ª di Quaresima Gv 11,1-45

A Betania respira con il cuore il profumo della speranza che non muore.

Indizio: A Betania troviamo delle bende, non odorano più di morte, ma profumano di …

in inglese: HOPE...

Password: Speranza.

Chi crede in Gesù non morirà, questa è la nostra speranza: essere chiamati alla Vita.

- Mi impegno a donare speranza a chi non ne ha … a volte basta un sorriso.

- Preghiera: Gesù, Tu sei la Risurrezione e la Vita, in Te la mia speranza.

Il Don

don Alberto Cinghia