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19 MARZO 2020 anno A

DESERTO: luogo della SETE DI DIO

 

Dal vangelo secondo Giovanni. Gv 4,5-42


In quel tempo, Gesù giunse a una città della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c'era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: "Dammi da bere". I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: "Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?". I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. Gesù le risponde: "Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere!", tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva". Gli dice la donna: "Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest'acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?". Gesù le risponde: "Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell'acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d'acqua che zampilla per la vita eterna". "Signore - gli dice la donna -, dammi quest'acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua". Le dice: "Va' a chiamare tuo marito e ritorna qui". Gli risponde la donna: "Io non ho marito". Le dice Gesù: "Hai detto bene: "Io non ho marito". Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero". Gli replica la donna: "Signore, vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare". Gesù le dice: "Credimi, donna, viene l'ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l'ora - ed è questa - in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità". Gli rispose la donna: "So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa". Le dice Gesù: "Sono io, che parlo con te". In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: "Che cosa cerchi?", o: "Di che cosa parli con lei?". La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: "Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?". Uscirono dalla città e andavano da lui. Intanto i discepoli lo pregavano: "Rabbì, mangia". Ma egli rispose loro: "Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete". E i discepoli si domandavano l'un l'altro: "Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?". Gesù disse loro: "Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Voi non dite forse: ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l'altro miete. Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica". Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: "Mi ha detto tutto quello che ho fatto". E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano: "Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo". Parola del Signore

 

Spunti per la riflessione

Il Vangelo di oggi ci presenta l’incontro di Gesù con la samaritana avvenuto a Sicar, presso un antico pozzo, dove la donna si recava ogni giorno per attingere acqua. Gesù, affaticato per il viaggio, chiede da bere alla Samaritana, una donna che rappresenta tutti noi. La semplice richiesta di Gesù è l’inizio di un dialogo schietto, mediante il quale Gesù, con grande delicatezza, entra nel suo mondo interiore. Quella di Gesù era sete non tanto di acqua, ma di incontrare un’anima inaridita per mettere in evidenza la sete che c’era in lei stessa. La Samaritana siamo noi: anche noi abbiamo dentro delle domande che spesso ignoriamo e non troviamo il coraggio di rivolgere a Gesù. La Quaresima è il tempo per guardarci dentro, per far emergere i nostri bisogni spirituali e chiedere l’aiuto del Signore nella preghiera, chiedendo a Gesù quell’acqua che ci disseterà in eterno. Nella nostra quotidianità abbiamo sete di tante cose, che però non ci soddisfano. Dobbiamo riscoprire che solo Gesù può colmare la nostra sete, che solo l’incontro con Lui cambia la nostra vita; ogni suo incontro ci riempie di gioia, quella gioia che viene dal cuore.

 

 Quali delle parole di Gesù, rivolte alla Samaritana, sento più incisive e decisive per la mia vita?

 Siamo consapevoli che ogni domenica Gesù ci attende per dissetarci e sfamarci in un incontro con Lui, da cui ripartire ogni volta rinnovati?

Racconto: LA VOCE DELLA CONCHIGLIA

Bruno Ferrero – “Tutte storie” - ELLEDICI (Versione ridotta)

 

Il Re di “Nonsodove”, essendo ormai vecchio, convocò i suoi tre figli: Valente, forte e risoluto, ma arrogante; Folco, intelligente, ma avido e ambizioso; Giannino, ancora giovane, il volto lentigginoso, svelto e furbo, ma oggetto degli scherzi dei fratelli che non lo stimavano molto.

Il Re disse ai figli: “È ora che io designi il mio successore al trono. Voglio bene a tutti e tre e non so chi scegliere. Pertanto ho pensato che chi di voi mi porterà lo Smeraldo Verde sarà re”. I figli sentendo quelle parole strabuzzarono gli occhi: lo Smeraldo Verde era stato il sogno di tutti i cavalieri, ma tutti coloro che avevano cercato di prenderlo erano morti. Il re allora disse: “So che vi ho chiesto una cosa molto difficile, per questo ho pensato di darvi qualcosa che vi potrà giovare”.

Dicendo così aprì un contenitore in cui vi erano una spada, un sacchetto di monete d’oro e una conchiglia. Il re disse ancora: “Ecco: rappresentano la mia forza, la mia ricchezza, le mie parole: la lama di questa spada non può essere spezzata, chi avrà queste monete d'oro sarà il più ricco della terra e in questa conchiglia ci sono tutte le mie parole, quelle che vi ho detto da quando siete nati ad oggi. Scegliete».

Valente e Folco si scambiarono un'occhiatina e scelsero secondo le loro inclinazioni, senza badare a Giannino. Con mossa rapida Valente afferrò la spada fiammeggiante e Folco il sacco di monete. Giannino prese la conchiglia e se la legò al collo. Poi tutti e tre partirono. Valente sul suo focoso destriero; Folco sulla sua carrozza dorata; Giannino a piedi, ma fischiettando.

Lo Smeraldo Verde si trovava nella grotta Ferrea e per raggiungerla bisognava attraversare per prima la foresta abitata dal bandito Molk. Valente ingaggiò una furibonda battaglia contro i suoi uomini; Folco gli offrì centomila monete d’oro, mentre Molk ne voleva di più. Quando giunse Giannino i fratelli non erano ancora là, uno a combattere e l’altro a contrattare. Portò la conchiglia l’’orecchio e sentì la voce del padre che gli diceva: “Si prendono più mosche con un cucchiaio di miele che con un barile di aceto”. Giannino preparò una deliziosa bevanda per il bandito e gliela offrì lodando per il suo coraggio e la sua generosità, cosa che mai nessuno gli aveva detto. Molk, commosso gli chiese cosa volesse in cambio. Giannino chiese di poter passare con i suoi fratelli attraverso la sua foresta. Molk glielo concesse. Giannino portò all’orecchio la conchiglia e sentì ancora la voce del padre: “Le ore del mattino hanno l’oro in bocca”; mentre era ancora notte riprese il cammino; giunse al lago delle tempeste prima dell’alba, quando ancora era ghiacciato e lo potè attraversare. I fratelli, invece, avendo dormito fino a tardi, quando arrivarono al lago il sole aveva sciolto il ghiaccio e perciò dovettero fare il giro lungo.

Il terzo ostacolo prima della grotta ferrea era la palude della tristezza, immensa e piena d’insidie. Valente con la sua armatura veniva risucchiato dalle sabbie mobili; la carrozza di Folco si capovolse e tutte le monete andarono al fondo: tornati indietro, si sedettero ai bordi della palude disperati. Anche Giannino scivolò tante volte e fu sul punto di temere per la stessa vita, ma ogni volta portava all’orecchio la conchiglia dalla quale gli giungevano le parole del padre che lo guidavano e lo incoraggiavano. Così riuscì a raggiungere la grotta ferrea e a prendere lo Smeraldo Verde. Allora, pieno di gioia, gridò: "Grazie, papà!".

Per superare le inevitabili difficoltà della vita molte persone ricorrono alla forza (la spada) o al denaro (le monete d’oro). Ma c’è anche chi trova in sé forze genuinamente spirituali grazie a un adeguato bagaglio di “parole”. Parole speciali, che non portano semplici informazioni, ma spingono ad agire in un certo modo. Parole non solo da sapere, ma da vivere: quelle del papà e della mamma, quelle degli insegnanti, quelle del parroco e del catechista. Con tutte queste c’è anche , e soprattutto, la “voce” di Dio.


 

3ª di Quaresima Gv 4,5-42

Al pozzo di Giacobbe gusta con il cuore l’Acqua che disseta per sempre.

Indizio: al pozzo troviamo una brocca con dell’acqua. L’acqua è fonte di …

Password: Io sono la Vita.

Gesù parla di un’acqua diversa, che disseta per sempre. Gesù è l’Acqua necessaria al nostro cuore.

- Mi impegno a essere acqua per chi è assetato di gioia, di amicizia, di attenzione, …

- Preghiera: Signore Gesù, Tu sei l’acqua necessaria alla mia vita, Tu sei la Vita.

 

Il Don

don Alberto Cinghia