Un prete, potente in opere e parole,
nostro contemporaneo,
Don Primo Mazzolari ha scritto:
“Si cerca per la Chiesa un uomo
capace di rinascere nello Spirito, ogni giorno.
Si cerca per la Chiesa un uomo senza paura del domani,
senza paura dell’oggi,
senza complessi del passato.
Si cerca per la Chiesa un uomo
capace di vivere con gli altri, di lavorare insieme,
di ridere insieme, di amare insieme, di sognare insieme.
Si ricerca per la Chiesa un uomo capace di mettersi in dubbio senza perdere la fede,
di portare pace dove c’è inquietudine
e inquietudine dove c’è pace”.
Caro Don Luca, così scrive Don Primo, lo leggeremo anche alla fine...
Oggi ti hanno certamente colpito le tante parole che parlano del nostro ministero in questa splendida pagina evangelica che la Chiesa ti dona, (probabilmente il centro dell’opera dell’evangelista che porta il tuo nome), eccole...
Villaggio, Padrone di casa, Casa, Tavola, Peccatrice
Olio profumato, Piedi, Carezze
Lacrime
Baci
Sguardo, Invidia
Pregiudizio
Condanna, Perdono
Cammino verso la pace
Salvezza.
Le accettiamo tutte per la nostra vita: ne commentiamo solo alcune!
A tavola, nella sua casa, Simone il fariseo ha seduto il Padrone di casa, e probabilmente non lo sa;
la sua è una casa semplice ... forse anche ospitale.
A questa tavola si spezza e condivide un pane che non è figlio del grano, è il pane della tenerezza, della misericordia.
Quella donna, (mia, tua, nostra immagine) entra in quella casa non per guadagnare denaro,
per guadagnare amore.
Forse è la prima volta nella sua vita.
Porta un olio prezioso, versato (alcuni diranno “sprecato”): quell’olio ora sta per ungere i piedi del suo Creatore.
I piedi sono quelli di Gesù,
il Redentore dell’universo,
l’Amico degli uomini,
il Compagno della nostra avventura umana,
il Servo di Jahvè,
l’Unico Necessario,
la Vita della nostra vita,
“il Pane, la fonte d’acqua viva per la nostra fame e per la nostra sete;
è il Pastore, la nostra guida,
il nostro conforto, il nostro fratello”,
questi piedi hanno solcato i cieli dei cieli per calpestare, alla fine, la terra polverosa dei nostri amori faticosi e affaticati:
(come dice Isaia al capitolo 52),
”Come sono belli i piedi del messaggero
di lieti annunzi che annunzia la pace;
messaggero di bene, che annuncia la salvezza...
Prorompete insieme in canti di gioia,
voi, rovine di Gerusalemme,
perché il Signore ha consolato il suo popolo;
tutti i confini della terra vedranno la salvezza del nostro Dio”.
È davvero un peccato che il Vescovo, ieri, non vi abbia unto anche i piedi e non solo le mani:
ti porteranno, i tuoi piedi, sulle strade concrete degli uomini e delle donne: ti auguro di sentirne dolore (molte sere), perché avrai fatto tanti passi per accarezzare un cuore; perché sarai stato in piedi (forse al freddo) per ascoltare un giovane o un vecchio che avevano bisogno di trovare un cuore in cui essere ospitati.
E ... le mani.
Le mani della Donna sembra che tremino.
Stanno per accarezzare l’Amante, l’unico che non tradisce mai, non usa, non compra; le sue lacrime sono calde e lavano il cuore e non solo i piedi di Gesù.
Le tue mani, unte con olio profumato, come quelle della Donna...
i tuoi piedi, i tuoi occhi, la tua pelle:
sei tutto ormai definitivamente Suo.
Per le tue mani vedrai, per Grazia, cose che gli altri non vedono; sentirai sulla tua pelle cose che altri non sentono.
Le tue mani proclameranno un perdono che oggi, come ieri, scandalizza i benpensanti...
Noi credenti (noi preti ancora di più) siamo piedi, mani di Dio ma anche cuore di Dio.
E ... il bacio.
Il bacio è atto di sottomissione, si diventa cibo gli uni per gli altri (lo sanno bene gli innamorati) ... ora lei bacia i suoi piedi, sa che può fidarsi totalmente del suo amore, non può avere paura di un Uomo così.
La pelle è quella di Gesù e della donna, è un sentire dolce e austero: Dio ci ha creato con la pelle, con le labbra, per darci confine e contatto con tutto.
(Spero tu abbia baciato tua madre e tuo padre questa mattina):
la vita, che dono meraviglioso!
E, per prima cosa, qui, in chiesa, tre baci: ieri sera il Fonte del nostra Immersione nella vita trinitaria, questa mattina hai baciato l’altare e poi il Vangelo: Gesù Risorto che si dona e ci parla...
Lui, la nostra vita!
E poi questo profumo:
c’è tutta la pelle del mondo che canta e chiede amore, affamata d’amore, di misericordia, in questo incontro senza parole tra Lui e la Donna: si sono guardati nel cuore e si sono accolti.
Hai notato: loro continuano a chiamarla “Peccatrice”,
Lui la chiama “Donna”...
quasi un titolo di nobiltà... tanto è detto con umanità...
Quante volte in questi anni abbiamo ammirato la scena del (secondo) Francesco della Cavani, dove finalmente, di notte, Chiara arriva alla Porziuncola da Francesco.
Lei dice salutando:
Padre, madre, fratello, sorella!
Lui risponde:
Madre, padre, sorella, fratello!
E i frati d’intorno: Padri, madri, sorelle, fratelli...
Don Luca, tutti trovino in te un padre con un cuore di madre,
una madre con un cuore virile: aperto a tutti, specialmente a quelli che nessuno vuole...
Nel vangelo ci sono anche altri occhi, altri sguardi...
Quelli della legge senza cuore.
Degli amici e dei nemici, perché questa storia del Vangelo non va giù a nessuno:
Né agli amici di Gesù che vogliono l’esclusiva,
né ai presenti che si trasformano in giudici stupidi: “Se costui fosse profeta saprebbe”...e ritorna così il perbenismo rovina dei credenti di ogni tempo...
E allora: nasce il perdono che è Gesù, tutto di Gesù; lui dice a Betania (nel passo parallelo di Giovanni 12):
” Lasciala fare perché questa cosa è molto bella”...
L’unica volta (pensaci...) che Gesù dice bella una cosa!
E con il suo perdono dice la sua divinità e la sua potenza d’amore.
Come dice anche il salmo 133:
“Ecco, quanto è buono e soave
che i fratelli e le sorelle vivano insieme.
E’ come profumo sul capo che scende
sulla barba di Aronne fino all’orlo della sua veste
ed è come rugiada dell’Ermon...
là il Signore dona la vita per sempre”.
E, finalmente, la luce.
Dopo anni di buio:
“La tua fede ti ha salvata, cammina verso la pace”.
Il perdono rende liberi, fa camminare, scioglie il male compiuto e apre al servizio ai fratelli.
Ricordati di essere sempre un uomo libero.
E’ il dono supremo del nostro essere preti: liberi da noi stessi ... ma anche dai vicini e dai lontani, da tutte le cose (denaro, ricerca di affermare te stesso, dei primi posti... e aggiungi tu...) e libero da tutti quelli e quelle che vorranno metterti in gabbia o, se preferisci, metterti la museruola.
Sii libero: tu solo hai il potere di dichiarare il perdono dei peccati ... e non preoccuparti di quello che diranno di te ...
A proposito: Lorenzo Milani, giovane seminarista, scrisse in alcune lettere alla mamma nel 1943:
“Prima di morire mi voglio prendere anche questa libertà di dir Messa. Se ti dicono: “Oh, il suo povero figliolo non può neanche andare al cinematografo, o prendere moglie o prendere il sole e deve avere delle buffissime gambe bianche”. Gli devi dire: “No, non è che non può, non vuole... Non è libero di non volere?
Quando uno liberamente regala la sua libertà è più libero di uno che è costretto a tenersela...”
Don Luca, non temere nulla e nessuno...
soprattutto quanti diranno a te
dopo averlo detto a Gesù:
“Come osi essere buono?”.
Sei stato come me, come tutti, molto perdonato: per questo puoi essere veramente misericordioso...
Ma non ti preoccupare: ti allenerà ancora la vita perché il tuo cuore non si indurisca mai, di fronte a nulla...
La salvezza è Gesù stesso, lo sappiamo bene (questo significa il suo nome); la salvezza fatta carne ha camminato sulle nostre strade e oggi cammina anche con i tuoi piedi consacrati, con i piedi di tanti uomini e donne, liberati e guariti a loro volta.
Gesù è libero, è sovranamente libero... ma cammina ancora, fratelli e sorelle, di terra in terra attraversando la nostra storia con la sua Parola e la sua presenza di Pane eucaristico, di Perdono e di amore e gli piace essere accompagnato dai suoi, dalla sua Chiesa misericordiosa, compassionevole, amica e amante... accompagnato dal suo popolo, dalla sua gente, su tutta la faccia della terra. Come ci hanno costantemente ricordato e ci ricordano il papa Paolo VI e
l’amato papa Francesco...
Don Primo così conclude il suo scritto sul prete:
“Si cerca per la Chiesa un uomo che sappia usare le mani per benedire e indicare la strada da seguire.
Si cerca per la Chiesa un uomo senza molti mezzi, ma con molto da fare.
Si cerca per la Chiesa un uomo che trovi la sua libertà nel vivere, nel servire e non nel fare quello che vuole.
Si cerca per la Chiesa un uomo capace di morire per lei, ma di più, capace di vivere per lei;
un uomo capace di diventare
ministro di Cristo,
Profeta di Dio,
Un uomo che parli con la sua vita.
Si cerca per la Chiesa un uomo”.
Così Don Primo: stupenda, davvero...
E’ ora di concludere ... così ... parafrasando e dedicandoti la lettera di un prete martire, nostro contemporaneo, padre Daniele Badiali:
“Caro Luca,
stando al Grest avevi ben chiaro il Nemico da combattere,
ti accorgevi che i ragazzi ti chiedevano di stare in prima fila.
Soprattutto ci si accorge che la battaglia in favore di Dio è già persa... Noi dobbiamo solo preparare la venuta di Dio.
Costa tanto, perché dobbiamo dare la vita per un Dio che conta sempre meno nella vita degli uomini. Te ne accorgerai presto, che quel Dio che desideri servire non è poi così tanto cercato e benvoluto dagli uomini.
E più andrai avanti più ti sembrerà che questo Dio scompaia dalla vita degli uomini e anche dalla tua.
Ti lascia solo a rappresentarlo sul campo di battaglia.
Ti chiederai spesso: “Ma quando arriva il Signore?”
Non sentirai risposta, perché la risposta sei tu!
Lui verrà quando e come vorrà.
L’unica cosa certa sono le disposizioni lasciate per combattere il Nemico:
”Va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri...
Se vuoi essere mio discepolo, ama e segui me...
Se vuoi salvare la tua vita, la perderai ma se la butterai per me...
La tua fede ti ha salvato. Cammina verso la pace”...
Sii sempre sincero,
non ti scordare di pregare la Madonna,
cammina sempre,
guarda sempre meno Internet perché avranno bisogno del tuo volto e tu delle loro facce...
Sii umile e obbediente, stai con i ragazzi.
Fai di tutto per non fare carriera...
Ti accompagniamo con grande affetto”.
E noi, la tua famiglia parrocchiale,
cosa possiamo aggiungere...
solo questo:
Caro don Luca, che la tua sete di Dio,
di amore,
di fraternità
per molti diventi sorgente! Grazie... Amen.